|
Il 27 Giugno 2018, Don Luigi Rubino, già parroco della nostra parrocchia, ha celebrato il suo 25° anniversario di sacerdozio. Alla celebrazione erano presenti il Vescovo di San Severo Don Giovanni Checchinato, sacerdoti della nostra Diocesi, seminaristi ed educatori del Seminario Regionale di Molfetta dove Don Luigi ha prestato servizio fino a quando è stato nominato Vicario Generale della nostra chiesa diocesana. Alcune immagini dell'inizio della celebrazione. |
Il saluto di Don Salvatore Ricci, nostro parroco e Letture. |
|
|
Proclamazione del Vangelo. |
Omelia, lettura delle preghiere dei fedeli e offertorio. |
|
|
La Consacrazione e Comunione. |
I ringraziamenti di Don Luigi e la benedizione finale. |
|
|
Don Luigi insieme ai sacerdoti presenti, seminaristi e con la sua famiglia. |
Discorso di ringraziamento di Don Luigi per i suoi 25 anni di sacerdozio
Diverse volte, in questi anni, ho avuto la possibilità di rivedere il percorso della mia vita sacerdotale. In quest’ultimo periodo, proprio mentre si avvicinava questa ricorrenza giubilare, ho avuto modo di ritornarci sopra più volte e cogliere la presenza e l’azione di Dio nella mia vita.
Molti di voi sanno che una delle figure bibliche a cui spesso ho fatto riferimento nelle varie tappe del mio ministero è stata la figura di Abramo. Quest’oggi sento rivolte a me queste parole: Dio lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle".
Mi piace questo invito che voglio fare mio. Anch’io voglio guardare in alto e tentare di contare i doni che ho ricevuto da Dio in questi 25 anni di ministero; e mi rendo conto che non riesco a farlo per la loro sovrabbondanza. Più fisso il cielo e più scopro nuovi doni, proprio come accade per le stelle; più mi fermo a guardare, e sempre più regali vengono fuori dal tessuto della mia vita; più guardi e più sembra che se ne aggiungano. La stessa sensazione è capitata a me in questi giorni.
E davanti a tutto questo ho provato la stessa reazione che di solito si prova guardando un cielo stellato: stupore e grande meraviglia! Davvero non riesco a capacitarmi di come il Signore sia stato così buono, misericordioso, benevolo con me. Mi stupisco e mi ripeto alcune parole del Salmo 8: Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi? Chi sono io Signore, per ricevere così tanto da te? L’unica risposta che posso dare è radicata nel suo amore.
E guardando a questo amore nascono nel mio cuore sentimenti di gratitudine.
Gratitudine elevata al Signore con questa celebrazione; un grazie che voglio continuare a dire insieme a voi nella speranza che possa raggiungere una misura adeguata e corrispondente ai suoi doni, anche se so che la sua generosità supera alla grande ogni mia e nostra risposta.
Questi anni sono stati anni di itineranza laddove diverse volte sono stato condotto fuori da Dio…, sono stato invitato ad uscire per raggiungere posti diversi. Lo ammetto: è stato faticoso perché lasciare gli spazi dove si sta bene, abbandonare i legami che nascono, mettere da parte i progetti pensati… non è stato facile.
Eppure sono contento e ringrazio il Signore per questi diversi passaggi avvenuti nel mio ministero, per queste tante possibilità che mi sono state date: sono state occasioni di crescita, di rinnovato entusiasmo, di ricchezza spirituale, affettiva, pastorale. La mia vita sarebbe stata molto più povera senza questi momenti di cambio e di scambio.
Ringrazio il Signore per avermi dato la possibilità di mettermi a servizio di varie comunità, di incontrare tanti volti, di stringere tante mani, di ascoltare tante storie, di fare esperienza del suo amore attraverso le attenzioni, la premura, la cura, la generosità di tante persone che ho incontrato sul mio cammino e che ora metto davanti al Signore perché sia lui a ricolmarle dei suoi beni. Se, come ha promesso, riceverà una grande ricompensa anche chi avrà dato un solo bicchiere d’acqua a uno di quelli che appartengono a lui (era questo il brano del Vangelo il giorno della mia ordinazione), tanto più sarà generoso con coloro che in questi anni mi hanno dato molto di più.
Anche a loro va la mia gratitudine. Una gratitudine che, guardando a questa assemblea, prende concretezza nei volti che mi riportano ad alcune tappe del mio ministero.
Guardo il vescovo Giovanni e lo ringrazio per la sua presenza e per la fiducia manifestata nei miei confronti affidandomi un nuovo incarico. In lui ricordo e prego per i vescovi con cui ho collaborato in questi anni. Permettetemi di ricordare Mons. Carmelo Cassati nelle cui mani ho consegnato il mio primo sì del cammino vocazionale, e soprattutto Mons. Cesare Bonicelli che mi ha generato al diaconato e presbiterato. Alla sua scuola ho imparato molto; mi sento davvero fortunato di aver vissuto con lui i primi anni del ministero. È stato per me un testimone di umanità, un credente convinto, un maestro di fede, di umiltà, di spiritualità; un lungimirante di visioni pastorali.
E poiché non c’è vescovo senza presbiterio, ringrazio tutti voi confratelli e, in voi, penso a tutti quelli che per questa occasione si sono resi presenti in vario modo. Ringrazio i confratelli dell’equipe del Seminario di Molfetta con i quali ho potuto sperimentare una fraternità che supera i confini della Diocesi. E in loro rivedo e ringrazio chi mi ha formato durante gli anni di seminario.
Condividendo questa occasione giubilare con don Raffaele Verrilli e don Giuseppe Giuliani penso a tutti gli amici di seminario che oggi serviamo le chiese di Puglia.
Guardo l’assemblea e riconosco i volti amici di coloro che hanno condiviso con me gli anni giovanili nella comunità di Croce Santa, comunità che mi ha generato alla fede e che è stata la culla della mia vocazione. In loro vedo e ricordo in particolare il servo di Dio don Felice Canelli e don Luigi Tota che affido alla misericordia di Dio. Ma ricordo e ringrazio anche don Carlo Gravino che mi ha accompagnato negli anni di formazione e don Giovanni Pistillo con cui ho condiviso – come seminarista – l’avventura vocazionale.
Guardo e vedo i miei familiari che, imitando un po’ quelli di Gesù, mi hanno sempre accompagnato rimanendo un po’ fuori. Non per disaffezione o per mancata condivisione, ma per discrezione e rispetto dei vari compiti che mi sono stati affidati. Li ringrazio per questa presenza così periferica, ma nello stesso tempo attenta.
Guardo e vedo il volto di alcuni giovani che, all’inizio del mio ministero, erano ragazzi che ho accompagnato come padre spirituale e poi rettore nel nostro seminario diocesano. Alcuni di loro oggi sono preti, miei confratelli, altri papà di famiglia, professionisti. Li affido al Signore.
Prestando il mio servizio nella parrocchia del Carmine a San Nicandro Garganico, in quella di Santa Maria della Strada a Torremaggiore ho potuto gustare la bellezza di condividere il ministero con i confratelli e di collaborare con loro. Ringrazio queste comunità per la loro accoglienza e premura avuta verso di me, allora giovane prete; la familiarità di quei periodi la respiro ancora oggi quando ho la possibilità di ritornare tra loro. Questo è bello e mi fa bene.
Guardo e vedo i numerosi volti della comunità parrocchiale della Cattedrale dove mi sono sperimentato come parroco per la prima volta. Vi ringrazio per la presenza, l’amicizia, la stima e l’affetto che nutrite verso di me.
Non c’è bisogno di faticare molto per riconoscere i volti di questa comunità parrocchiale Madonna della Divina Provvidenza che mi riporta a nove anni fa quando sono stato accolto come parroco e sono stato adottato quattro anni fa, facendomi sperimentare la bellezza di sentirmi a casa tutte le volte che – da Molfetta – tornavo a casa. Con voi ringrazio don Salvatore che mi ha dato questa possibilità e mi ha fatto sentire sempre parte di questa comunità.
È facile individuare i giovani del Seminario Regionale di Molfetta che mi ricordano questi ultimi anni del ministero sacerdotale. Con loro ho vissuto un’esperienza particolarissima: accompagnandoli personalmente ho condiviso i loro sogni, la fatica del cammino, la gioia delle conquiste, la speranza del futuro. Grazie perché dalle varie parti della Puglia avete voluto essere presenti e condividere questo momento di festa con me. E con questa celebrazione mi riconsegnate idealmente alla comunità diocesana.
La presenza delle Religiose che sto accompagnando come guida spirituale, i volti di tanti fratelli e sorelle qui presenti mi ricordano tanti altri servizi che ho avuto la gioia di svolgere nella Chiesa, e soprattutto la bellezza di essere prete a disposizione di tutti.
Mi sa che ora devo distogliere lo sguardo dal fissare questo cielo, altrimenti più lo guardo e più trovo motivi per ringraziare il Signore. È bello, ma staremmo qui ancora per tanto.
Un’ultima parola di gratitudine va a coloro che hanno curato questa celebrazione, al coro parrocchiale, e a quello diocesano.
Ora chiedo a tutti voi di invocare per me la benedizione di Dio perché il ministero sacerdotale a cui il Signore mi ha chiamato possa essere sempre una benedizione per molti. Grazie.
Don Luigi Rubino
Diverse volte, in questi anni, ho avuto la possibilità di rivedere il percorso della mia vita sacerdotale. In quest’ultimo periodo, proprio mentre si avvicinava questa ricorrenza giubilare, ho avuto modo di ritornarci sopra più volte e cogliere la presenza e l’azione di Dio nella mia vita.
Molti di voi sanno che una delle figure bibliche a cui spesso ho fatto riferimento nelle varie tappe del mio ministero è stata la figura di Abramo. Quest’oggi sento rivolte a me queste parole: Dio lo condusse fuori e gli disse: "Guarda in cielo e conta le stelle, se riesci a contarle".
Mi piace questo invito che voglio fare mio. Anch’io voglio guardare in alto e tentare di contare i doni che ho ricevuto da Dio in questi 25 anni di ministero; e mi rendo conto che non riesco a farlo per la loro sovrabbondanza. Più fisso il cielo e più scopro nuovi doni, proprio come accade per le stelle; più mi fermo a guardare, e sempre più regali vengono fuori dal tessuto della mia vita; più guardi e più sembra che se ne aggiungano. La stessa sensazione è capitata a me in questi giorni.
E davanti a tutto questo ho provato la stessa reazione che di solito si prova guardando un cielo stellato: stupore e grande meraviglia! Davvero non riesco a capacitarmi di come il Signore sia stato così buono, misericordioso, benevolo con me. Mi stupisco e mi ripeto alcune parole del Salmo 8: Che cosa è l’uomo perché te ne ricordi? Chi sono io Signore, per ricevere così tanto da te? L’unica risposta che posso dare è radicata nel suo amore.
E guardando a questo amore nascono nel mio cuore sentimenti di gratitudine.
Gratitudine elevata al Signore con questa celebrazione; un grazie che voglio continuare a dire insieme a voi nella speranza che possa raggiungere una misura adeguata e corrispondente ai suoi doni, anche se so che la sua generosità supera alla grande ogni mia e nostra risposta.
Questi anni sono stati anni di itineranza laddove diverse volte sono stato condotto fuori da Dio…, sono stato invitato ad uscire per raggiungere posti diversi. Lo ammetto: è stato faticoso perché lasciare gli spazi dove si sta bene, abbandonare i legami che nascono, mettere da parte i progetti pensati… non è stato facile.
Eppure sono contento e ringrazio il Signore per questi diversi passaggi avvenuti nel mio ministero, per queste tante possibilità che mi sono state date: sono state occasioni di crescita, di rinnovato entusiasmo, di ricchezza spirituale, affettiva, pastorale. La mia vita sarebbe stata molto più povera senza questi momenti di cambio e di scambio.
Ringrazio il Signore per avermi dato la possibilità di mettermi a servizio di varie comunità, di incontrare tanti volti, di stringere tante mani, di ascoltare tante storie, di fare esperienza del suo amore attraverso le attenzioni, la premura, la cura, la generosità di tante persone che ho incontrato sul mio cammino e che ora metto davanti al Signore perché sia lui a ricolmarle dei suoi beni. Se, come ha promesso, riceverà una grande ricompensa anche chi avrà dato un solo bicchiere d’acqua a uno di quelli che appartengono a lui (era questo il brano del Vangelo il giorno della mia ordinazione), tanto più sarà generoso con coloro che in questi anni mi hanno dato molto di più.
Anche a loro va la mia gratitudine. Una gratitudine che, guardando a questa assemblea, prende concretezza nei volti che mi riportano ad alcune tappe del mio ministero.
Guardo il vescovo Giovanni e lo ringrazio per la sua presenza e per la fiducia manifestata nei miei confronti affidandomi un nuovo incarico. In lui ricordo e prego per i vescovi con cui ho collaborato in questi anni. Permettetemi di ricordare Mons. Carmelo Cassati nelle cui mani ho consegnato il mio primo sì del cammino vocazionale, e soprattutto Mons. Cesare Bonicelli che mi ha generato al diaconato e presbiterato. Alla sua scuola ho imparato molto; mi sento davvero fortunato di aver vissuto con lui i primi anni del ministero. È stato per me un testimone di umanità, un credente convinto, un maestro di fede, di umiltà, di spiritualità; un lungimirante di visioni pastorali.
E poiché non c’è vescovo senza presbiterio, ringrazio tutti voi confratelli e, in voi, penso a tutti quelli che per questa occasione si sono resi presenti in vario modo. Ringrazio i confratelli dell’equipe del Seminario di Molfetta con i quali ho potuto sperimentare una fraternità che supera i confini della Diocesi. E in loro rivedo e ringrazio chi mi ha formato durante gli anni di seminario.
Condividendo questa occasione giubilare con don Raffaele Verrilli e don Giuseppe Giuliani penso a tutti gli amici di seminario che oggi serviamo le chiese di Puglia.
Guardo l’assemblea e riconosco i volti amici di coloro che hanno condiviso con me gli anni giovanili nella comunità di Croce Santa, comunità che mi ha generato alla fede e che è stata la culla della mia vocazione. In loro vedo e ricordo in particolare il servo di Dio don Felice Canelli e don Luigi Tota che affido alla misericordia di Dio. Ma ricordo e ringrazio anche don Carlo Gravino che mi ha accompagnato negli anni di formazione e don Giovanni Pistillo con cui ho condiviso – come seminarista – l’avventura vocazionale.
Guardo e vedo i miei familiari che, imitando un po’ quelli di Gesù, mi hanno sempre accompagnato rimanendo un po’ fuori. Non per disaffezione o per mancata condivisione, ma per discrezione e rispetto dei vari compiti che mi sono stati affidati. Li ringrazio per questa presenza così periferica, ma nello stesso tempo attenta.
Guardo e vedo il volto di alcuni giovani che, all’inizio del mio ministero, erano ragazzi che ho accompagnato come padre spirituale e poi rettore nel nostro seminario diocesano. Alcuni di loro oggi sono preti, miei confratelli, altri papà di famiglia, professionisti. Li affido al Signore.
Prestando il mio servizio nella parrocchia del Carmine a San Nicandro Garganico, in quella di Santa Maria della Strada a Torremaggiore ho potuto gustare la bellezza di condividere il ministero con i confratelli e di collaborare con loro. Ringrazio queste comunità per la loro accoglienza e premura avuta verso di me, allora giovane prete; la familiarità di quei periodi la respiro ancora oggi quando ho la possibilità di ritornare tra loro. Questo è bello e mi fa bene.
Guardo e vedo i numerosi volti della comunità parrocchiale della Cattedrale dove mi sono sperimentato come parroco per la prima volta. Vi ringrazio per la presenza, l’amicizia, la stima e l’affetto che nutrite verso di me.
Non c’è bisogno di faticare molto per riconoscere i volti di questa comunità parrocchiale Madonna della Divina Provvidenza che mi riporta a nove anni fa quando sono stato accolto come parroco e sono stato adottato quattro anni fa, facendomi sperimentare la bellezza di sentirmi a casa tutte le volte che – da Molfetta – tornavo a casa. Con voi ringrazio don Salvatore che mi ha dato questa possibilità e mi ha fatto sentire sempre parte di questa comunità.
È facile individuare i giovani del Seminario Regionale di Molfetta che mi ricordano questi ultimi anni del ministero sacerdotale. Con loro ho vissuto un’esperienza particolarissima: accompagnandoli personalmente ho condiviso i loro sogni, la fatica del cammino, la gioia delle conquiste, la speranza del futuro. Grazie perché dalle varie parti della Puglia avete voluto essere presenti e condividere questo momento di festa con me. E con questa celebrazione mi riconsegnate idealmente alla comunità diocesana.
La presenza delle Religiose che sto accompagnando come guida spirituale, i volti di tanti fratelli e sorelle qui presenti mi ricordano tanti altri servizi che ho avuto la gioia di svolgere nella Chiesa, e soprattutto la bellezza di essere prete a disposizione di tutti.
Mi sa che ora devo distogliere lo sguardo dal fissare questo cielo, altrimenti più lo guardo e più trovo motivi per ringraziare il Signore. È bello, ma staremmo qui ancora per tanto.
Un’ultima parola di gratitudine va a coloro che hanno curato questa celebrazione, al coro parrocchiale, e a quello diocesano.
Ora chiedo a tutti voi di invocare per me la benedizione di Dio perché il ministero sacerdotale a cui il Signore mi ha chiamato possa essere sempre una benedizione per molti. Grazie.
Don Luigi Rubino
Alcune foto scattate durante la festa in oratorio. |
|