Cos'è il Campolavoro a Bose?Si tratta di un'esperienza nel Monastero di Bose, formata da alcune attività. Ogni ragazzo sceglie quale lavoro intraprendere nel Monastero (fornaio, falegname, contadino, raccoglitore di frutta, addetto alle marmellate); nel pomeriggio c'è la possibilità di seguire una Lectio-Divina, cioè il soffermarsi su un passo della Bibbia per poi riflettere su di essa. La giornata è ritmata dalla meravigliosa preghiera caratterizzata dal canto angelico dei monaci.
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Un articolo scritto da una ragazza del Gruppo Giovani che ha vissuto questa splendida e significativa esperienza.
Una sfida da accettare (di Ada Carano)
I campi lavoro sono esperienze di volontariato. Nello specifico, partecipare ad un campo significa contribuire alla realizzazione di qualcosa che sia di utilità sociale in diversi settori, lavorare insieme ad un progetto; e quando un'attività simile si svolge in una comunità religiosa, il lavoro si fonde con la spiritualità, la riflessione, il confronto fra i vari partecipanti, diventando un'occasione di fratellanza e conoscenza con persone provenienti da tutto il mondo.
Alcuni giovani della Parrocchia Madonna della Divina Provvidenza abbiamo colto con entusiasmo l'occasione di trascorrere quest'esperienza presso la comunità monastica di Bose, fondata nel 1963 da Enzo Bianchi, che ogni anno propone campi di lavoro per dare ai giovani la possibilità di partecipare maggiormente alla vita della comunità e conoscerla dal di dentro condividendo con i monaci i momenti più importanti. Così, pronti a metterci alla prova, abbiamo soggiornato in un'accogliente casa nel comune di Magnano, in provincia di Biella, dall' 8 al 15 Giugno 2013, accompagnati dal nostro parroco don Luigi Rubino.
Ogni mattina, ci veniva distribuito il lavoro. Alcuni si sono occupati dell'orto, altri della biblioteca e, la maggior parte del gruppo si è cimentato nella preparazione di marmellate e confetture. Il resto della giornata è stato ritmato dalla preghiera comune (mattino, mezzogiorno e sera) e, nel pomeriggio da un incontro di riflessione biblica, guidato da un fratello o una sorella della comunità, a cui faceva seguito il confronto e la discussione tra i membri del gruppo. Il pranzo e la cena condivisi, poi, con persone diverse e i momenti liberi, sono diventati occasioni di scambio e conoscenza tra di noi, nonché della vita della comunità attraverso la visita di alcune realtà e attività di lavoro come il laboratorio di ceramiche e quello delle icone.
In questo modo abbiamo avuto occasione di osservare da vicino lo svolgimento di varie attività lavorative e di conoscere giovani di altre parti d'Italia, giunti come noi a Bose per il campo di lavoro; ma abbiamo avuto pure la possibilità di conoscere fratelli e sorelle della comunità monastica, di età diverse, italiani e non, provenienti da varie realtà, e di essere da loro arricchiti attraverso l'ascolto delle loro storie, l'amorevole attenzione a ogni nostro bisogno, la continua disponibilità, interesse e dedizione nei confronti di ciascuno. Questo ha aiutato molti noi ad avere una visione nuova e positiva della realtà monastica.
Questa nuova esperienza che abbiamo condiviso ci ha dato la possibilità e la gioia di dare un piccolo apporto alla comunità di Bose, di arricchire la nostra formazione umana e cristiana, di scoprire nuove realtà e amicizie, ma anche divertirci in maniera sana e semplice soprattutto nei momenti liberi vissuti tra di noi.
dal giornale diocesano "Oltre la porta", Aprile - Ottobre 2013
Alcuni giovani della Parrocchia Madonna della Divina Provvidenza abbiamo colto con entusiasmo l'occasione di trascorrere quest'esperienza presso la comunità monastica di Bose, fondata nel 1963 da Enzo Bianchi, che ogni anno propone campi di lavoro per dare ai giovani la possibilità di partecipare maggiormente alla vita della comunità e conoscerla dal di dentro condividendo con i monaci i momenti più importanti. Così, pronti a metterci alla prova, abbiamo soggiornato in un'accogliente casa nel comune di Magnano, in provincia di Biella, dall' 8 al 15 Giugno 2013, accompagnati dal nostro parroco don Luigi Rubino.
Ogni mattina, ci veniva distribuito il lavoro. Alcuni si sono occupati dell'orto, altri della biblioteca e, la maggior parte del gruppo si è cimentato nella preparazione di marmellate e confetture. Il resto della giornata è stato ritmato dalla preghiera comune (mattino, mezzogiorno e sera) e, nel pomeriggio da un incontro di riflessione biblica, guidato da un fratello o una sorella della comunità, a cui faceva seguito il confronto e la discussione tra i membri del gruppo. Il pranzo e la cena condivisi, poi, con persone diverse e i momenti liberi, sono diventati occasioni di scambio e conoscenza tra di noi, nonché della vita della comunità attraverso la visita di alcune realtà e attività di lavoro come il laboratorio di ceramiche e quello delle icone.
In questo modo abbiamo avuto occasione di osservare da vicino lo svolgimento di varie attività lavorative e di conoscere giovani di altre parti d'Italia, giunti come noi a Bose per il campo di lavoro; ma abbiamo avuto pure la possibilità di conoscere fratelli e sorelle della comunità monastica, di età diverse, italiani e non, provenienti da varie realtà, e di essere da loro arricchiti attraverso l'ascolto delle loro storie, l'amorevole attenzione a ogni nostro bisogno, la continua disponibilità, interesse e dedizione nei confronti di ciascuno. Questo ha aiutato molti noi ad avere una visione nuova e positiva della realtà monastica.
Questa nuova esperienza che abbiamo condiviso ci ha dato la possibilità e la gioia di dare un piccolo apporto alla comunità di Bose, di arricchire la nostra formazione umana e cristiana, di scoprire nuove realtà e amicizie, ma anche divertirci in maniera sana e semplice soprattutto nei momenti liberi vissuti tra di noi.
dal giornale diocesano "Oltre la porta", Aprile - Ottobre 2013