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La sofferenza si fa dono... Nel 2015, questo crocifisso venerato nella nostra parrocchia è stato restaurato con il fondo raccolto in memoria del nostro caro Paolo Violano che spesso si fermava davanti al crocifisso per offrire la sua sofferenza ed imparare da Cristo a farsi dono per tutti... |
Relazione tecnica sul restauro del Crocifisso
"Padre nelle tue mani affido il mio spirito..." è questa la più alta e sublime espressione che quest'oggi possiamo ammirare e contemplare guardando questo crocifisso in tutta la sua bellezza e grandezza, dopo un accurato e certosino lavoro di pulitura che lo ha riportato al suo originale splendore. Un'immagine che nel corso degli anni è stata più volte ridipinta alterandone il suo vero stato. Viste le caratteristiche, l'artista che lo ha scolpito ha usato un legno tenero chiamato cirmolo della famiglia del pino, tipico della zona Valtellinese e precisamente di Ortisei. La tecnica usata dal restauratore, è stata quella di ripulire con specifici solventi i due strati sovrapposti di vernice ossidata mista a colore dovuti agli interventi apportati nel corso degli anni passati senza intaccarne la policromia originale. Durante queste due diverse fasi sono stati rimossi anche degli artefatti aggiunti, alle ginocchia e al costato destro, che lo scultore in origine non aveva mai messo in evidenza. Gli unici segni originali come si può notare sono quelli dei rivoli di sangue dei chiodi conficcati nelle mani e nei piedi, e della coronazione di spine sul volto. La spiegazione è logica in quanto il Cristo è stato rappresentato ancora in vita e di conseguenza non poteva avere il segno sul costato dovuto allo squarcio che la punta della lancia aveva provocato sul fianco per accertarne il decesso, come viene citato nel Vangelo della Passione e Morte. Lo scultore l'ha immaginato in tutta la sua bellezza tanto da metterne in risalto i particolari anatomici, che oggi possiamo riammirare in tutta la loro veridicità, particolari che prima non si evidenziavano, mostrandoci un corpo plastico e piatto senza delinearne i particolari. Si è passato in un secondo momento a risistemare con dello stucco specifico per il legno le tre lievi lesioni, una sulla regione sternale, l'altra sul costato destro, ed una sul lato sinistro del volto per poi ridargli successivamente la policromia originale. Per conservare e proteggere l'intero intervento negli anni a venire, lo si è trattato con una speciale vernice protettiva contenente della cera con della base non lucida adatta alla conservazione delle statue lignee. La croce che sorregge il Cristo è stata rifatta in legno di tiglio in quanto quella precedente era stata tagliata alla base, e presentava nella parte retrostante segni di infestazione di tarli, onde evitare che potessero attaccarne l'intera scultura. In questa breve relazione è stato riportato per sommi capi l'intervento che è stato eseguito e documentato con grande maestria e precisione. Con Don Salvatore Ricci abbiamo seguito passo dopo passo tutte queste fasi recandoci quasi ogni settimana nello studio dove è stato fatto il restauro, ed ogni volta era sempre un'emozione nuova nel vedere quel corpo diventare sempre più reale e veritiero. Da un Cristo inerte e sofferente quale poteva sembrare, si è rivelato un Cristo ricco di amore, senza lividure, bello anche sulla croce, quasi ad indicarci la via per giungere al Padre. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al fondo di solidarietà in memoria di Paolo, lui era particolarmente innamorato dell'espressione di questo Cristo crocifisso che sicuramente ora sta contemplando in tutta la sua Gloria. Un sentito e doveroso ringraziamento va a Don Salvatore perla tua disponibilità, un grazie all'impegno di chi ha fatto il possibile per terminare tutto il lavoro in concomitanza con l'inizio del periodo quaresimale, e a coloro che nel loro piccolo hanno contribuito alla realizzazione di questo evento perché no ad un momento di fede comunitaria.
"Padre nelle tue mani affido il mio spirito..." è questa la più alta e sublime espressione che quest'oggi possiamo ammirare e contemplare guardando questo crocifisso in tutta la sua bellezza e grandezza, dopo un accurato e certosino lavoro di pulitura che lo ha riportato al suo originale splendore. Un'immagine che nel corso degli anni è stata più volte ridipinta alterandone il suo vero stato. Viste le caratteristiche, l'artista che lo ha scolpito ha usato un legno tenero chiamato cirmolo della famiglia del pino, tipico della zona Valtellinese e precisamente di Ortisei. La tecnica usata dal restauratore, è stata quella di ripulire con specifici solventi i due strati sovrapposti di vernice ossidata mista a colore dovuti agli interventi apportati nel corso degli anni passati senza intaccarne la policromia originale. Durante queste due diverse fasi sono stati rimossi anche degli artefatti aggiunti, alle ginocchia e al costato destro, che lo scultore in origine non aveva mai messo in evidenza. Gli unici segni originali come si può notare sono quelli dei rivoli di sangue dei chiodi conficcati nelle mani e nei piedi, e della coronazione di spine sul volto. La spiegazione è logica in quanto il Cristo è stato rappresentato ancora in vita e di conseguenza non poteva avere il segno sul costato dovuto allo squarcio che la punta della lancia aveva provocato sul fianco per accertarne il decesso, come viene citato nel Vangelo della Passione e Morte. Lo scultore l'ha immaginato in tutta la sua bellezza tanto da metterne in risalto i particolari anatomici, che oggi possiamo riammirare in tutta la loro veridicità, particolari che prima non si evidenziavano, mostrandoci un corpo plastico e piatto senza delinearne i particolari. Si è passato in un secondo momento a risistemare con dello stucco specifico per il legno le tre lievi lesioni, una sulla regione sternale, l'altra sul costato destro, ed una sul lato sinistro del volto per poi ridargli successivamente la policromia originale. Per conservare e proteggere l'intero intervento negli anni a venire, lo si è trattato con una speciale vernice protettiva contenente della cera con della base non lucida adatta alla conservazione delle statue lignee. La croce che sorregge il Cristo è stata rifatta in legno di tiglio in quanto quella precedente era stata tagliata alla base, e presentava nella parte retrostante segni di infestazione di tarli, onde evitare che potessero attaccarne l'intera scultura. In questa breve relazione è stato riportato per sommi capi l'intervento che è stato eseguito e documentato con grande maestria e precisione. Con Don Salvatore Ricci abbiamo seguito passo dopo passo tutte queste fasi recandoci quasi ogni settimana nello studio dove è stato fatto il restauro, ed ogni volta era sempre un'emozione nuova nel vedere quel corpo diventare sempre più reale e veritiero. Da un Cristo inerte e sofferente quale poteva sembrare, si è rivelato un Cristo ricco di amore, senza lividure, bello anche sulla croce, quasi ad indicarci la via per giungere al Padre. Tutto ciò è stato reso possibile grazie al fondo di solidarietà in memoria di Paolo, lui era particolarmente innamorato dell'espressione di questo Cristo crocifisso che sicuramente ora sta contemplando in tutta la sua Gloria. Un sentito e doveroso ringraziamento va a Don Salvatore perla tua disponibilità, un grazie all'impegno di chi ha fatto il possibile per terminare tutto il lavoro in concomitanza con l'inizio del periodo quaresimale, e a coloro che nel loro piccolo hanno contribuito alla realizzazione di questo evento perché no ad un momento di fede comunitaria.
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A sinistra, particolare della testa, prima e dopo il restauro. |
Particolare del perizoma durante la pulitura. |
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Fase di pulitura: eliminazione della ridipintura sovrapposta alla policromia originale. |
Particolare del busto dopo la pulitura. |
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Particolare del busto e del perizoma dopo il restauro. |
Il crocifisso durante la pulitura e posizionamento sul nuovo supporto. |
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Il Cristo dopo il restauro. |
Particolari del corpo dopo il restauro. |
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Particolare del braccio sinistro e destro dopo il restauro. |
Particolare del volto dopo il restauro. |
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Particolare dopo il restauro. |
Il Cristo dopo il restauro. |
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